Da noi la rottamazione delle barche è un caos.
Non esistono veri servizi di demolizione degli scafi in vetroresina perché il costo del disassemblaggio è maggiore rispetto al valore del materiale eventualmente riciclabile, al punto che, come ci ha detto un operatore, “le barche inutilizzabili conviene lasciarle affondare” (con gravi danni all’ambiente). E, a giudicare dall’agenda del nostro governo, pare che il “fine vita” delle imbarcazioni non sia proprio all’ordine del giorno.

E allora andiamo tutti in Svezia. I proprietari di barche svedesi possono rottamare gratuitamente (fino al 31 dicembre) le loro vecchie barche quest’anno, per gentile concessione dell’Agenzia nazionale per la gestione delle risorse marine e idriche (300.000 euro di sussidi).

Non è una manovra di poco conto: pare che quasi 500 imbarcazioni, di peso inferiore alle tre tonnellate, saranno ritirate dal mercato e rottamate quest’anno (unico costo a carico degli armatori: il trasporto verso il sito di demolizione, gestito dalla società Stena Recycling). Da sottolineare il fatto che le barche demolite saranno tutte riciclate.

Secondo l’agenzia succitata, la Svezia ha circa 64.000 imbarcazioni abbandonate o inaffidabili su una flotta totale di circa 900.000 imbarcazioni. Solo una piccola parte di queste è stata demolita prima della nuova iniziativa.

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