Trenta tonnellate di plastica raccolte in solo otto ore. La protagonista del nuovo Guinness World Record è stata la piccola nazione del Costa Rica, stato centroamericano affacciato sulle acque dell’Oceano Pacifico e sul Mare Caraibico: lo scorso 7 dicembre i suoi abitanti sono riusciti a raggiungere questo strabiliante primato (strappando il record all’India, precedente detentrice, che nel medesimo lasso di tempo aveva raggiunto la somma di 23 tonnellate). Dopo essere stata raccolta, l’enorme quantità di plastica è stata pesata con bilance elettroniche e per garantire la trasparenza dell’operazione è stato filmato l’intero procedimento.

Da un lato c’è il bell’esempio, che ci mostra come sia ancora possibile, rimboccandosi le maniche e mobilitandosi in massa, salvaguardare il nostro pianeta. Dall’altro l’allarme per il livello di inquinamento ambientale raggiunto, soprattutto da plastica.

PICCOLI E INQUINANTI
Nonostante le sue ridotte dimensioni, secondo le stime del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP),  il Costa Rica occupa il terzo posto su scala mondiale per la produzione di materiali plastici. Delle 550 tonnellate prodotte giornalmente, però, solo il 9% è destinato ad essere riciclato, contro un 91% che viene disperso nella acque e nelle terre nazionali: terre che ospitano oltre mezzo milione di specie animali, rappresentanti il 4% della biodiversità del pianeta, in soli 0,03% della superficie terrestre. Un angolo di paradiso terrestre, minacciato dalla negligenza umana.

QUANDO GOVERNO E CITTADINI LAVORANO ASSIEME
Sono questi i dati che hanno portato alla mobilitazione dell’associazione Ecolones, una piattaforma digitale nata la primavera precedente con lo scopo di incentivare opere di riciclaggio in cambio di denaro virtuale o crediti. Come la stessa direttrice dell’associazione, Karla Chaves, ha affermato “Questo è il risultato di un lavoro approfondito e di una stretta collaborazione tra alleati, pubblici e privati, preoccupati per la corretta gestione dei rifiuti.” Di fatto il gesto è stato sostenuto direttamente dai Ministeri della Salute, dell’Ambiente  e dell’Energia, che in aggiunta hanno dichiarato di voler entro il 2021 eliminare tutte le plastiche monouso, sostituendoli progressivamente con materiali biodegradabili.

In una congiunta dichiarazione, affermano i ministri che hanno preso parte all’iniziativa: “Non sarà facile, e il governo non potrà operare da solo….sarà necessaria la guida e la partecipazione di tutti: donne, uomini, bambini e bambine”. Un obiettivo ambizioso ma che potrebbe segnare una svolta definitiva nell’ecosistema del paese, rendendo la Costa Rica un modello da imitare per la tutela dell’ambiente. Prendiamo spunto!

Elettra Poggi

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