Tutto quello che buttiamo in un fiume, si sa, prima o poi finisce in mare. E se il fiume in questione è il Po capiamo al volo la portata del problema. Cosa fare allora? Provare a prevenire, fermando i rifiuti finché è possibile.

Ecco come: in soli quattro mesi oltre cinque quintali di rifiuti (uno di questi di sola plastica) sono stati intercettati e bloccati lungo il corso del Po dall’innovativo sistema Seasweeper, promosso dal progetto Po d’Amare.

Come funziona? L’obbiettivo era quello di fermare i rifiuti prima del loro arrivo al mare Adriatico, per poi avviarli al riciclo, contribuendo al piano nazionale per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti in mare. Infatti tutta la plastica raccolta era in buone condizioni, quindi è stato facile riciclarla reimmettendola nel ciclo produttivo, risparmiando nuova materia prima. 

Per questo motivo a Pontelagoscuro (Ferrara) a 40 km dalla foce del fiume sono state installate delle barriere galleggianti in polietilene che non hanno alcun impatto su animali e piante, il cui compito era quello di bloccare i rifiuti in moda da permetterne il recupero.

Foto da una raccolta plastica a Genova

Tutto ciò è stato reso possibile con il sopraccitato Po d’Amare, iniziativa contro la spazzatura in mare predisposta dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, dai Consorzi Corepla e Castalia, in collaborazione con l’Autorità di bacino per il Po, e patrocinato dal Comune di Ferrara e da Aipo. Si è trattato di una prima sperimentazione e il progetto che proseguirà per tutto il 2019.

Alessandro Volpi