“Speriamo non piova”. Il cielo non prometteva nulla di buono ed io continuavo a ripetermi questa frase nella testa mentre andavo verso la spiaggia di Piazzale Kennedy, vicino alla Fiera del Mare a Genova. Speravo anche che quelle nuvole non avessero scoraggiato i volontari, almeno un centinaio, che erano previsti dopo il tam-tam social dei giorni precedenti. Giro una curva e ho uno sguardo sul tratto di costa dall’alto. Vedo tantissimi puntini neri sparsi dappertutto, su una spiaggia che solitamente è deserta anche in estate (colpa della posizione, all’imboccatura del porto).

“Okei, i volontari ci sono”. Io sono in ritardo, ma sono certo che il lavoro non manca. Scendo dalla moto e in breve recupero due guanti. Ora mi serve un sacchetto grande. “Prova là, dietro quel camion” mi dice un volontario di Greenpeace Genova, tra i “registi” della giornata con Surfrider Genova.

Vado, supero il camion e davanti agli occhi la vedo per la prima volta: una collina dei rifiuti di ogni tipo, forma, peso e colore. La grande protagonista è la plastica con quelle che mi sembrano – ero ottimista – centinaia di bottiglie, altrettante lattine e poi spazzatura di ogni tipo. Scarpe, palloni, polistirolo, ferraglie e tutto quello che vi può venire in mente, masticato e risputato dal mare. Intorno a questa discarica improvvisata decine di persone che arrivano con sacchi neri a vuotarli per la seconda, terza, quarta volta per ripartire subito a cercare altro.

A vigilare e ad aiutare nelle operazioni ci sono gli uomini dell’Amiu, azienda che si occupa della nettezza urbana a Genova. Hanno già disposto le camionette per occuparsi del trasporto, una volta differenziata quella che sta diventato una montagna. Recupero il sacco e parto.

Vengo intercettato da un gruppo di volontari che stanno andando in una zona ancora poco battuta della spiaggia, alle spalle della scogliera. Siamo una quindicina, ognuno col suo sacco nero da stipare. Nel giro di 20 minuti abbiamo tutti svuotato e rimepito almeno una volta, poi una voce al megafono: “Ragazzi, attenzione”. E’ Andrea, tra i fondatori di Surfrider Genova e motore della giornata.

“Ragazzi, non è finita. Dobbiamo iniziare a differenziare e contare tutti i rifiuti raccolti”.

La “truppa” si divide. Una cinquantina di persone rimangono sparse sulla spiaggia a raccogliere e trasportare. Gli altri si armano di pazienza e immersi fino alle caviglie iniziano a dividere i vetri dalla plastica, il polistirolo dalla carta e a fare una conta di tutto quello che riescono. Perché contarli, ci si potrebbe chiedere. La gravità del problema è tale che non basta più dire c’è tanta, tantissima o troppa plastica.

Siamo al punto in cui si deve dire che 200 persone in 5 ore su una singola spiaggia hanno raccolto 2500 bottiglie di plastica, 579 bottiglie di vetro, 342 ferraglie varie, 615 lattine a cui si aggiungono 5000 pezzi di polistirolo (non contando i pallini, solo i pezzi grandi), 932 imballaggi di plastica, 1825 sacchetti, 1225 tappi, batterie di auto e moto, caldaie. Non si contano le migliaia e migliaia di mozziconi di sigaretta.

A tutto questo aggiungete 3 camionette dei rifiuti riempite fino all’orlo di indifferenziata. E non pensate che sia un problema di Genova e basta. Tutto quello che c’era in spiaggia è arrivato con le onde del mare, dopo essere rimasto nascosto per qualche tempo. La plastica non si “decompone” e il mare restituisce tutto, compresa una sottile Viacard, come dimostra questa foto. La data in basso reca la scritta “1958”, il prezzo è ancora in lire. Se non sono 60 anni, sono di sicuro almeno 20. E lei è ancora lì, giusto un po’ stracciata.

Alla faccia del maltempo, durante la giornata si sono sporcate le mani oltre 200 persone di ogni età e provenienza. Colpisce, positivamente, la presenza di tanti bambini appartenenti ai vari gruppi scout e non solo che non si sono risparmiati in fatica. Speriamo sia di buon auspicio e che altre città, paesi e spiagge, ma non solo, prendano esempio. La giornata di pulizia è stata organizzata dai volontari di Greenpeace Gruppo Locale Genova e di Surfrider Genova, con la collaborazione del Comune di Genova e di Amiu Genova Spa, per la mattina di sabato 23 febbraio nella zona della Foce di Genova.

Hanno partecipato all’evento volontari della sezione genovese della Croce Rossa, le associazioni Controvento e Zena Netta, e alcuni gruppi scout della città. L’iniziativa ha lo scopo di contribuire alla pulizia di un’area pubblica della città, ma anche di sensibilizzare cittadinanza e decisori politici sui rischi connessi all’uso sregolato di imballaggi usa-e-getta in plastica, che restano pochi minuti nelle nostre vite, per restare a volte decenni o secoli nei nostri mari.

Infine rivolgiamo un invito a tutti: se la vostra spiaggia è, come tante altre, piena di rifiuti, organizzate voi stessi una pulizia! Utilizzando il sito www.oceaninitiatives.org è davvero facile perché viene spiegato tutto (come ad esempio le autorizzazioni necessarie) e ci si può far inviare il materiale (ad esempio banner, guanti e sacchetti) per l’attività. E se avete bisogno di qualche dritta, scriveteci un messaggio sulla pagina Facebook di Surfrider Genova.

Sarete nell’ambito del famoso progetto chiamato Ocean Initiatives (oltre 50.000 partecipanti nel 2018 in più di 1000 pulizie in Europa).

Gregorio Ferrari

 

 

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