E se il mondo della vela si facesse paladino di una rivoluzione in nome del futuro del nostro pianeta, all’insegna del rispetto dell’ambiente e della navigazione con il suono del silenzio anche quando si va a motore? Cosa, se non una barca a vela, che si sposta sull’acqua spinta dal vento, dovrebbe dotarsi di un motore a propulsione elettrica, abbandonando il costoso e inquinante motore diesel?

Follia, provocazione? Proviamo a ragionare su dati concreti. Nel mondo dell’auto il problema principale, per una reale diffusione del full electric, è quello di dotarsi di una rete di ricarica diffusa, capillare come è quella delle attuali stazioni di rifornimento di carburante. Il freno allo sviluppo dell’elettrico con una rete infrastrutturale diffusa, è ovvio, sta nelle implicazioni economiche e di mercato, sino ad oggi non risolte.

Ma, pensateci bene, nel mondo della nautica questo problema è in parte già risolto. Le stazioni di ricarica elettrica, incredibile, ci sono già. Dove sono? Semplice, sono le stesse colonnine elettriche dei porti. Certo, andrebbero potenziate, con un aumento considerevole dei Kilowatt di potenza usufruibile, così da diminuire i tempi di ricarica.

La barca a vela ha anche un enorme vantaggio rispetto a quelle a motore, va piano e consuma poca energia per spostarsi. Altro elemento positivo sono le sue forme e il peso. Il pesante parco batterie di cui la barca a propulsione elettrica dovrebbe dotarsi possono essere posizionate strategicamente il più al centro e in basso possibile, così da contribuire al raddrizzamento sotto vela e alla riduzione di beccheggio. La consistente riduzione dello spazio occupato da un motore elettrico rispetto ad uno endotermico fanno il resto.

E poi, chi se non un velista che per definizione ama mare, ambiente, silenzio non apprezzerebbe questa soluzione e si farebbe ambasciatore della rivoluzione ecoambientale, diventando testimonial verso gli “inquinatori”?

Manca un elemento fondamentale a questo cambiamento epocale, le aziende produttrici di motori. Dovrebbero essere proprio loro a riconvertire la loro produzione, immettendo sul mercato prodotti efficienti, meno costosi dei pochi che sono già presenti.

Se tutto quello che vi abbiamo descritto diventasse realtà, chi di voi velisti se dovesse scegliere, magari spendendo un pò di più, opterebbe ancora per un motore diesel invece di uno elettrico? E chi, se dovesse cambiare motore sulla sua barca, sceglierebbe ancora un endotermico invece di uno silenzioso, non inquinante?

Il nostro è un sogno, ma che si potrebbe realizzare in breve tempo. Che ne dite?

Luca Oriani*

(illustrazione di Luna Poggi)

*direttore del Giornale della Vela e di Barche a Motore

ENTRA IN MEDPLASTIC E DIVENTA CACCIATORE DI PLASTICA (TESSERAMENTO GRATUITO!)

SOTTOSCRIVI IL MANIFESTO DELL’ECOMARINAIO PER SALVARE IL MEDITERRANEO

SCOPRI TUTTE LE NEWS A TEMA MEDPLASTIC

TEMPO DI AGIRE
Time to Take Action (tempo di agire) è lo slogan di Medplastic, il progetto del Giornale della Vela e di Barche a Motore per la salvaguardia del Mediterraneo. Iscrivetevi al gruppo Facebook MedPlastic Team, lì potete postare notizie, progetti, fotodenunce, video. In più, se avete progetti strutturati da proporre che pensate possano essere utili alla “causa”, mandate una mail a savethemed@gmail.com. www.medplastic.org